Pubblicato il 21 Dicembre 2018
Calcio, Sport a cura di Redazione

Da Special One a Sacked One: José Mourinho e l’addio al Manchester United

Da Special One a Sacked One: José Mourinho e l’addio al Manchester United

935 giorni e 144 partite dopo, José Mourinho lascia il Manchester United. Un addio praticamente annunciato, diventato inevitabile, ma che non può non far clamore in un mondo calcistico segnato profondamente dal manager portoghese in questi anni di carriera. Vittorie, rivalità, frasi e gesti entrati nel mito di questo sport. Molto più di un semplice allenatore, che nonostante la partenza traumatica verrà comunque ricordato nella storia di un club glorioso come i ‘Red Devils’.

Come detto, l’avventura di José Mourinho nel mitico Old Trafford inizia il 27 maggio del 2016. L’annuncio dell’ingaggio dello Special One, così lo hanno soprannominato, arriva proprio poche ore dopo l’addio di Louis van Gaal, di cui il portoghese era stato proprio vice-allenatore agli inizi della sua carriera tra i professionisti. Più di due anni molto intensi, quelli di Mourinho sul lato rosso di Manchester. Sono 3 i trofei portati in panchina che, per una vita, fu casa di una leggenda come Sir Alex Ferguson: Coppa di Lega, Community Shield e l’Europa League, che ha garantito così allo United anche il passo per il ritorno tra le grandi d’Europa nella Champions. Champions League dove, tra l’altro, in questa stagione, Mou è riuscito ad ottenere la qualificazione agli ottavi di finale in un girone non semplice che comprendeva anche la Juventus (piazzatasi prima) e il Valencia.

144 invece, come accennato in apertura, sono le panchine totali di Mourinho allo United. Il bilancio finale è di 84 vittorie, 32 pareggi e 28 sconfitte. Bottino tutto sommato positivo, contando che partiva dalle ceneri di una squadra di livello non altissimo e sicuramente non in linea con la storia e le ambizioni del Manchester United dopo aver avviato una nuova rifondazione totale.

Ma detto quanto di positivo Mou ha lasciato allo United, va sottolineato come in realtà, nella parte finale della sua avventura, il rapporto tra l’allenatore e l’ambiente sia totalmente naufragato per molti motivi. In Premier League, innanzitutto, con il ko fatale contro i rivali del derby, Mourinho ha ottenuto una partenza negativa che a Old Trafford non ricordavano da 28 anni: al momento dell’addio, martedì 18 dicembre 2018, lo United è sesto in classifica con 19 punti di ritardo dalla capolista (proprio il Liverpool di Klopp). In più, dopo essersi molto lamentato perché la dirigenza non lo aveva accontentato in sede di mercato acquistandogli i giocatori richiesti, Mourinho era arrivato praticamente allo scontro con tutto il board del club. Senza contare, ultimo ma non meno importante, il conflitto interno allo spogliatoio, con oltre metà squadra che gli ha praticamente voltato le spalle, con Paul Pogba a capeggiare il gruppo dei rivoltosi.

Un clima diventato irrespirabile, quindi, ha convinto il Manchester United a procedere con l’esonero pagando addirittura una buonuscita da quasi 30 milioni di euro. Decisione che i giocatori hanno molto gradito (addirittura Pogba e compagni si sarebbero dati il cinque dopo la comunicazione da parte dei dirigenti in allenamento) e anche sui social si sono scatenati inevitabilmente i commenti, tra i tifosi di Inter e Real Madrid che lo riabbraccerebbero di corsa e gli avversari di mille battaglie che da Special One lo hanno ribattezzato Sacked One, “quello esonerato” tradotto letteralmente.

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