Giallo Lidia Macchi, genetista forense: “Basta una sola cellula per identificare l’assassino”
Sarà un esame scientifico a stabilire se sia ancora rintracciabile il dna di un uomo sulle spoglie della povera Lidia Macchi, la ragazza di 21 anni uccisa con 29 coltellate a Cittiglio il 5 gennaio del 1987: un delitto mai risolto
Emiliano Giardina, responsabile del laboratorio di genetica forense dell’Università Tor Vergata, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. “E’ chiaro – ha spiegato Giardina – che le possibilità sono poche perché già è difficile lavorare su reperti ben conservati, figuriamoci con reperti di questo tipo. Però la scienza ha il dovere di fare gli esperimenti. Bisogna avere fiducia, perché le possibilità di ottenere dei risultati ci sono.
Magari si sono distrutte la maggior parte delle cellule della persona che vogliamo trovare, ma ne basta una soltanto per consentirci di identificarla. Il lembo di pelle è rimasto conservato in condizioni più controllate e quindi potrebbe essere più integro rispetto agli altri, anche se comunque dovranno essere analizzati tutti i reperti”.