Italicum, Di Battista del M5S sul Pd: “Fanno finta di scannarsi”
Durante un’intervista di Maria Latella per Sky TG24, il parlamentare del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, ha espresso il suo pensiero in merito alla battaglia che sta vivendo al suo interno il Partito Democratico a causa del ddl sulla legge elettorale, l’Italicum. La minoranza dem di cui fa parte anche l’ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani, vuole delle modifiche ma il premier Matteo Renzi è irremovibile. Secondo Di Battista «Renzi e Bersani fingono di scannarsi»: «E’ un gioco delle parti – spiega il deputato 5 Stelle – Oggi ho letto un’intervista della Bindi veramente al veleno nei confronti di Renzi ma poi hanno accettato di essere sostituiti in commissione quando invece potevano dire: “fermi, noi abbiamo il diritto di esprimere le nostre opinioni”. Potevano farlo e non l’hanno fatto, io non mi fido di questa gente». «Con un milione e mezzo di bambini che vivono sotto la soglia di povertà, con 9 milioni di poveri, con i morti nella terra dei fuochi, con la corruzione che si è infilata dovunque, con la distruzione della scuola e della sanità pubblica, la priorità di questo paese è l’Italicum? Il fatto che politici si scannino o fanno finta di scannarsi solo su una legge elettorale ci fa capire che la sola cosa che gli interessa sono le regole per essere rieletti».
Le legge elettorale per il cui il governo chiede approvazione sarà senza preferenze, su tale punto il pentastellato pensa che «se vi sono i nominati ci sono anche gli infiltrati del crimine organizzato. Spesso le persone che portano i voti sono anche le persone più connesse col crimine. Con una legge che non permetterà ai cittadini di votare continueranno a entrare in Parlamento persone vicine al crimine organizzato». In merito alla corruzione Di Battista ha apprezzato le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella sia nel discorso dell’insediamento ma anche ieri in occasione del 25 aprile: «I cittadini devono sapere che corrompere vuol dire rompere in tanti pezzi. La corruzione in Italia ha rotto lo stato sociale, la sanità pubblica».