Pubblicato il 27 Novembre 2017

Mafia, strategia per batterla: i partiti devono rifiutare i voti dei clan

Gli Stati Generali contro le mafie fanno un appello insieme al ministro degli Interni Minniti: serve un patto tra forze politiche per sconfiggere i clan mafiosi

Mafia, strategia per batterla: i partiti devono rifiutare i voti dei clan

Combattere la Mafia, gli Stati Generali uniti contro i clan. Le leggi italiane applicate correttamente, con le forze di Polizia e l’organizzazione giudiziaria italiana, hanno fatto veramente male a Cosa Nostra. Ma nella lotta alla Mafia non si deve mai abbassare la guardia, specialmente dopo la scoperta che alcuni clan riciclano denaro sporco al Nord camuffandosi in imprese, si dedicano alla corruzione e addirittura salgono al potere con il voto di scambio. Ci mancano solo gli hacker mafiosi che sappiano creare dei siti ad hoc per rubare e riciclare denaro di ignari utenti ansiosi di intraprendere la strada del broker online. Se per diventare esperto di trading online basta leggere DiventareTrader.com, per sconfiggere la Mafia la situazione è più complicata, visto che è una organizzazione che si è radicata anche nello stesso Stato. Non siamo nella situazione di qualche ventennio fa, con gli attentati a giudici e scorta, ma è un fatto che i partiti in passato hanno volutamente fatto finta di nulla per accaparrarsi voti. Per questo, il ministro degli Interni Minniti ha chiesto di firmare un patto solenne di rifiuto di ogni votazione delle mafie.

Come agisce la Mafia dopo gli attentati di Falcone e Borsellino


La strategia proposta da Minniti è condivisa dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, he ha ribattezzato il tutto Antimafia 2.0: consiste nel progettare un nuovo concetto di lotta alle mafie per rigenerare le istituzioni del Belpaese. Il concetto deve essere chiaro: Cosa Nostra non è ancora sconfitta e non si è data per vinta. Ha riposto le armi tradizionali, ovvero pistole ed esplosivi, ed ora usa denaro per corrompere e infiltrarsi nella politica e nel lavoro al Sud, in quanto è la zona italica meno ricca di risorse e più penalizzata dal punto di vista economico e finanziario anche per colpa dei clan.

La cattiva amministrazione delle risorse ha portato molti giovani e molte famiglie a cercare fortuna al Nord, credendo di essersi lasciati alle spalle la parola mafia e ricredendosi, se si lavora in alcuni settori. E alla fine, le vittime si trasformano in complici con la corruzione, come ha detto il Presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi.

No alla Mafia, niente voti di scambio


La stessa Presidente agli Stati Generali ha detto un no categorico alla revisione del 41 bis, il carcere duro che tanto ha diviso l’opinione pubblica dopo la scomparsa del Capo dei Capi, Totò Riina. Ed è anche esclusa la revisione del reato di associazione mafiosa. Le nuove strategie per combattere Cosa Nostra sono sul piano dell’azione giudiziaria, aumentando il coordinamento tra le Procure distrettuali antimafia e a livello internazionale. Molti capoclan infatti preferiscono scappare all’estero e curare i loro interessi economici e criminali in varie parti del mondo, cedendo alla tentazione di fare affari anche in altre nazioni oltre al Belpaese.

Il più famoso è senza dubbio il traffico di droga che può contare su un numero esorbitante di cifre. E’ merso anche un problema di scambio di informazioni dentro le Procure, specialmente tra la Dda e gli altri dipartimenti, con un’attenzione particolare al Nord Italia perché sono i clan più evoluti, mentre al Sud c’è la mafia tradizionale.

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