Papa Francesco: “Gli immigrati portano crescita e sviluppo”
Papa Francesco ha ricevuto oggi a colloquio i partecipanti alla VII Conferenza Internazionale della Pastorale delle migrazioni, voluta dal Cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. “Gli immigrati – dice il Pontefice – possono incitare la crescita di comunità inclusive, creative e rispettose della dignità di tutti. La chiesa cerca di essere il posto della speranza elaborando programmi di formazione e di sensibilizzazione. Alza la voce in difesa dei diritti dei migranti, offre aiuto, sostegno, anche materiale, senza esclusioni, in modo tale che ognuno sia trattato come figlio di Dio”. “Oggi – continua Papa Bergoglio – sebbene gli sviluppi avvenuti e le situazioni, a volte penose e perfino drammatiche, che si sono registrate, l’emigrazione resta al momento un’aspirazione alla speranza. Soprattutto nelle aree depresse del pianeta, dove la mancanza di lavoro impedisce la realizzazione di un’esistenza dignitosa per i singoli e per le loro famiglie, è forte la spinta a ricercare un futuro migliore altrove, anche a rischio di delusioni e di insuccessi, provocati in gran parte dalla crisi economica che, in misura diversa, tocca tutti i Paesi del mondo”.
Gli emigrati possono realizzare il desiderio di un futuro migliore
“I paesi che accolgono – secondo Papa Francesco – traggono vantaggi dall’impiego di immigrati per le necessità della produzione e del benessere nazionale, non di rado limitando anche i vuoti creati dalla crisi demografica. A loro volta, i Paesi dai quali partono i migranti registrano una certa attenuazione del problema della scarsità di impiego, e soprattutto traggono beneficio dalle rimesse, che vengono incontro alle necessità delle famiglie rimaste in patria. Gli emigrati possono realizzare il desiderio di un futuro migliore per se stessi e per le proprie famiglie. Ai benefici menzionati si accompagnano, lo sappiamo, anche alcuni problemi. Si riscontrano nei paesi di provenienza dei migranti, tra l’altro, l’impoverimento dovuto alla perdita delle menti migliori, la fragilità di bambini e ragazzi che crescono senza uno o entrambi i genitori, e il rischio di rottura dei matrimoni per le assenze prolungate”.