Processo Ruby: “avrebbe potuto chiamare Silvio Berlusconi”
Processo Ruby: “avrebbe potuto chiamare Silvio Berlusconi”
Antonio Leanza, assistente di ps, alla ripresa del Rubygate, processo a carico di Silvio Berlusconi, racconta un fatto ancora sconosciuto ai pm: “Ruby mi disse che avrebbe potuto chiamare il presidente per chiedergli aiuto“. La frase è da riferirsi alla mattina del 5 giugno, ore 6, quando il poliziotto e un suo collega, vennero chiamati per andare a perlustrare un’appartamento in via Villoresi dove si trovava la minorenne marocchina Karima El Marough, detta Ruby Rubacuori, che stava litigando con Michelle Conceicao. I due agenti descrivono nei minimi particolari quella mattina: “Ad aprirci la porta è stata la minore che era praticamente nuda, aveva un perizoma. Le due ragazze si accusavano di essere prostitute. In particolare Karima rinfacciava all’altra di esserle stata affidata. A noi raccontò di essere minorenne e marocchina“. Va invece in contrasto con quella degli agenti la versione di Michelle Conceicao che nel suo racconto dice: “di non essere lei l’affidataria ma una sua amica. Un persona importante, in vista“.
Ruby, quella mattina del racconto, venne portata dagli agenti in una clinica (De Marchi). “Il pm dei Minori disse di affidarla ai medici, di impedirle contatti con terzi, e di individuare una struttura di accoglienza. Il pm si raccomandò inoltre – aggiunge l’agente di polizia – che la ragazza non dovesse essere in alcun modo riaffidata alla signora Minetti“.