Riforme, Renzi: “Prossimo referendum non su di me, ma se perdo mi dimetto”
Il premier all’indomani del mancato quorum si pronuncia sul referendum del prossimo ottobre dichiarando che se dovesse passare sarà pronto a dimettersi: “Se noi saremo bravi a spiegare le nostre ragioni otterremo un consenso, ma il voto sulla persona non c’entra niente. Certo, se perdo lo dico e vado a casa”
Archiviato il referendum sulle trivelle il quale non ha raggiunto il quorum, il presidente del Consiglio Matteo Renzi guarda avanti alle prossime consultazioni popolari di ottobre quando gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sulla riforma della Costituzione. L’ex sindaco di Firenze ha spiegato che “il referendum di ottobre sulla riforma della Costituzione non riguarda il governo, ma la volontà di cambiare la Carta e rendere più semplice la politica. Se noi saremo bravi a spiegare le nostre ragioni otterremo un consenso, ma il voto sulla persona non c’entra niente. Certo, se perdo lo dico e vado a casa”.
“Io sono convinto che la consultazione sulle trivelle sia finita. Il popolo italiano ha parlato. Leggo che chi ha perso spiega che ha vinto ma adesso è ora di impegnarsi a tenere il mare pulito, magari occupandoci dei depuratori, cosa che dovrebbero fare le Regioni. Gli italiani ci chiedono di lavorare non di fare polemiche”.
Sfiducia
Martedì in Aula in occasione della mozione di sfiducia chiesta dalle opposizioni sull’inchiesta petrolio, il premier dirà “che siamo i primi a chiedere giustizia, a volere la verità. Chi è colpevole paghi ma sono le sentenze dei giudici a deciderlo, non il sacro blog o un’assemblea parlamentare”.
Prossime amministrative
“Si vota per il primo cittadino e non per il primo ministro, certo alcune scelte locali possono influenzare quelle nazionali. Se a Roma vince il candidato contro le Olimpiadi ci sono conseguenze per il governo nazionale che le Olimpiadi le vuole fare”.