È polemica e scandalo negli Stati Uniti per la prima esecuzione per ipossia di azoto della storia del paese: di che cosa si tratta.
La pena di morte è uno dei temi più caldi della politica statunitense: negli USA metà della popolazione è a favore e metà è contro, secondo le ultime statistiche. In Italia la situazione è ben diversa: la maggioranza degli italiani non sarebbe affatto disposta a reintegrare questo metodo di punizione che non accenna affatto a perdere il suo appeal sugli americani. Inoltre il numero di esecuzione annue non è affatto diminuito, anzi: è proprio al centro di recentissime polemiche un nuovo metodo per giustiziare i criminali giudicato da molto barbaro e disumano.
La stragrande maggioranza delle esecuzioni capitali al momento, negli stati i cui è ancora in vigore, viene fatta tramite l’iniezione letale di un mix di farmaci che cambia a seconda della giurisdizione e che è considerato finora il metodo meno brutale e più “umano” per dare la morte a chi la merita, secondo la giustizia americana. Fino a qualche decennio fa c’era la possibilità di scegliere anche la sedia elettrica, il plotone d’esecuzione, l’impiccagione e qualche anno ancora prima, anche la camera a gas.
L’iniezione letale è il metodo più scelto dalle prigioni statunitensi in cui è ancora in vigore la pena di morte, perché – a meno che non succeda qualcosa che comprometta il funzionamento dei farmaci – dovrebbe essere indolore: il condannato viene infatti addormentato e immobilizzato e successivamente gli viene somministrato un farmaco, solitamente una dose letale di cloruro di potassio. Ma l’arrivo di un nuovo metodo, decisamente meno indolore, sta scuotendo l’opinione pubblica.
Si tratta di un metodo applicato dallo stato dell’Alabama e che verrà usato per la prima volta su Kenneth Smith, 58 anni, nel braccio della morte da più di vent’anni per un reato commesso nel 1988. Su di lui verrà utilizzata l’esecuzione tramite ipossia da azoto, in parole povere, una morte per soffocamento. Un metodo ancora mai sperimentato e che vede Smith come prima vittima: consiste nel far inalare al prigioniero per 15 minuti dell’azoto fino a che quest’ultimo non intacchi tutti gli organi vitali e porti, dunque, alla morte.
Molti si sono detti inorriditi da questo nuovo metodo approvato dalla Corte Suprema statunitensi ma mai ancora davvero sperimentato, Amnesty International ha lanciato un appello per cercare di fermare l’introduzione del metodo nelle prigioni americane.
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