“Fortuna, il buco delle vite”, romanzo d’esordio di Jolanda Buccella [intervista]
“Fortuna, il buco delle vite non è assolutamente un romanzo autobiografico, anche se è inevitabile che nella protagonista della storia ci sia un pizzico di me stessa, a lei mi accomuna la capacità di non arrendersi mai, nemmeno di fronte agli ostacoli apparentemente insormontabili e di amare o odiare visceralmente qualcosa o qualcuno senza conoscere le mezze misure”
“Fortuna, il buco delle vite” è il romanzo d’esordio di Jolanda Buccella, autrice emergente della letteratura italiana che arriva dalla provincia di Salerno. Di seguito l’intervista all’autrice di Tommaso Napoli di Newspage.it, con la presentazione del romanzo.
Come ti è arrivata l’ispirazione per la scrittura di questo romanzo?
“Se ripenso al momento in cui ho scoperto che questo romanzo mi frullava per la testa mi vengono in mente le parole di un famoso romanzo di Oriana Fallaci:«Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla…». Spero che la grande Oriana mi perdonerà per aver preso a prestito l’incipit del suo “Lettera a un bambino mai nato”, però credo che non ci siano parole migliori per descrivere il momento in cui Fortuna ha cominciato a prendere forma nei miei pensieri. E’ stato un puro caso, un giorno ho cominciato a scrivere e non mi sono più fermata”.
C’è un collegamento particolare tra te ed il personaggio principale del racconto?
“Fortuna, il buco delle vite non è assolutamente un romanzo autobiografico, anche se è inevitabile che nella protagonista della storia ci sia un pizzico di me stessa, a lei mi accomuna la capacità di non arrendersi mai, nemmeno di fronte agli ostacoli apparentemente insormontabili e di amare o odiare visceralmente qualcosa o qualcuno senza conoscere le mezze misure”.
E’ il tuo romanzo d’esordio. Stai già lavorando al secondo o vuoi prima prenderti una pausa?
“Scrivere un romanzo di 592 pagine non è una cosa semplice, anche se naturalmente ci sono lavori decisamente più duri dal punto di vista fisico, ti porta via molto tempo e ti coinvolge a tal punto sotto il profilo emozionale che alla fine ti senti come svuotata e quasi incapace di tornare alla vita di tutti i giorni. Inoltre ho dovuto studiare a lungo per la terza parte della storia, dove ho cercato di raccontare il genocidio dei tutsi avvenuto nel 1994 in Ruanda, una pausa dopo aver scritto la parola fine era inevitabile. Da un paio di mesi ho cominciato ad immergermi in una nuova storia, sto per scrivere un romanzo che tratta un argomento piuttosto attuale e scottante come il bullismo diffuso tra le ragazzine”.
Hai ricevuto molti rifiuti o hai subito trovato la casa editrice che te lo ha pubblicato?
“Vestire i panni dello scrittore emergente è complicato, devi giostrarti in un mondo che non conosci e che è pieno di insidie, mi riferisco a quelle pseudo case editrici che pubblicano solo dietro un lauto compenso economico. Quando ho ritenuto che il mio manoscritto fosse all’altezza di una pubblicazione mi sono fatta un elenco di piccole e medie case editrici che mi sembravano serie e professionali e ho cominciato a inviare il mio lavoro, fino a quando a marzo dell’anno scorso ho ricevuto una proposta di pubblicazione da parte della Ciesse edizioni di Padova ed ho subito accettato con estremo entusiasmo”.
“Fortuna, il buco delle vite”: presentazione del romanzo
Quando ci si accorge di essere vicini alla morte è quasi inevitabile tentare di fare un bilancio della vita che si è vissuta. Ed è proprio quello che tenta di fare “Fortuna”, la protagonista di questo romanzo mentre uno strano individuo, che assomiglia spudoratamente a un etereo angelo del Signore, la sta accompagnando verso il cortile dove verrà eseguita la sua condanna a morte. Soltanto che, a differenza di altri, Fortuna deve cercare di tracciare il bilancio di ben tre vite. È impossibile vivere tre vite completamente diverse l’una dalle altre? La storia di Fortuna ne è un raro esempio.
“Fortuna, il buco delle vite”: l’autrice
Jolanda Buccella nasce il 28 giugno del 1980 in un minuscolo paesino della provincia di Salerno.
Adora scrivere da quando ha imparato a farlo, divora libri, ha pianto senza ritegno quando ha letto per la prima volta ‘Un Uomo’ di Oriana Fallaci, dipinge ed è una tifosa sfegatata del Milan.
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