Pubblicato il 6 Ottobre 2017

I 3 fattori che influenzeranno il cambio EUR/USD nei prossimi mesi

Questo articolo è stato prodotto per Newspage.it da Il Trading Per Te, sito di formazione e informazione sul trading. L’articolo analizza i 3 principali fattori macroeconomici e politici da monitorare per capire la direzione futura del cross EUR/USD

I 3 fattori che influenzeranno il cambio EUR/USD nei prossimi mesi

Da Aprile a Settembre 2017 il cambio valutario euro/dollaro si è molto rafforzato, passando da una quotazione di 1.06 a una quotazione di 1.20. Cosa accadrà alla fine del 2017 e per tutto il 2018? Il trend rialzista continuerà o si vedrà un ritracciamento verso il basso? Difficile a dirsi. Scopo di questo articolo non è dare una previsione su come si muoverà il cambio EUR/USD nei prossimi mesi. Scopo di questo articolo è spiegare quali sono i 3 fattori fondamentali che determineranno la direzione futura del cross nel breve e medio termine. Vediamoli.

  1. Le mosse monetarie della Yellen

La Yellen è la presidentessa della FED, la banca centrala americana. Nel 2017 la Yellen ha iniziato un progressivo aumento dei tassi di interesse, prima molto bassi, per riportarli gradualmente in una situazione di normalità. Ciò è stato possibile e anche logico perché gli USA sono ormai usciti del tutto degli effetti nefasti del post-crisi economica.

I rialzi dei tassi della Yellen di norma fanno rafforzare il dollaro. Ciò accade perché aumentano i rendimenti dei titoli di stato americani, che quindi diventano più appetibili e creano una maggiore richiesta di dollari. E quindi il biglietto verde si apprezza.

E infatti per tutta la prima parte del 2017 il dollaro si è molto rafforzato. Per poi calare l’estate, visto che c’era incertezza sui futuri rialzi della Yellen.

Nei prossimi mesi la Yellen continuerà a essere decisiva per il futuro del cross. Se la FED sarà celere ad aumentare i tassi velocemente (nel gergo, hawkish), allora il dollaro dovrebbe rafforzarsi. Viceversa, una Yellen che nel 2018 rallenta nell’aumentare i tassi, potrebbe far muovere al ribasso il dollaro.

  1. Le mosse monetarie di Draghi

Ancor più complicate sono le vicende legate a Mario Draghi e alla BCE. Draghi per la fine del 2017 e l’inizio del 2018 dovrebbe iniziare un graduale ridimensionamento delle misure espansive di politica monetaria. Dovrebbe quindi prima diminuire e far esaurire il QE. E poi iniziare un percorso di rialzo dei tassi.

Ma al momento non c’è alcuna certezza su quello che farà. E’ possibile anzi che rimanga sulle sue posizioni ultra-espansive, e che quindi per sentire parlare di rialzi dei tassi ci voglia addirittura il 2019. Anche se pare che sul QE, invece, possa a breve annunciare il piano di diminuzione/conclusione.

Un Draghi che continua a essere dovish, quindi a volere tassi bassi e un QE in atto, farebbe sicuramente indebolire l’euro. Viceversa, un Draghi che inizia con una certa forza ad attuare politiche monetarie restrittive farebbe rafforzare l’euro.

  1. Trump

L’incognita Trump è sempre molto forte per tutti i mercati globali. Ancor di più per il dollaro.

Il rischio maggiore legato a Trump è sicuramente il rischio impeachment per la questione Russiagate. Se veramente Trump dovesse essere messo sotto impeachment, il dollaro si indebolirebbe tantissimo. Va detto però che al momento tale scenario è improbabile.

Trump potrebbe invece influenzare in modo positivo il dollaro nel caso accelerasse sulle sue promesse economiche. In particolare sul promesso piano per tagliare le tasse.

Conclusione: monitora le banche centrali e capirai dovrà andrà l’EUR/USD
In sintesi, per capire dove andrà l’EUR/USD nei prossimi mesi è importantissimo ascoltare con attenzione le parole e le conferenze stampa della FED e della BCE. Inoltre, dare un’occhiata a cosa farà Trump dà certamente un indizio in più.

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